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Come gioca il bambino nei primi anni di vita

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Parlare di gioco significa chiamare in causa un caposaldo per la serenità del bambino. Giocare, non a caso, è un diritto dell’infanzia. Quando si diventa genitori, è naturale chiedersi quali siano i fondamenti del gioco nei primi anni di vita.

Nelle prossime righe, abbiamo cercato di riassumere alcune delle più importanti informazioni in merito (se ti interessa in generale l’argomento dell’educazione e dello sviluppo nei primi anni dell’infanzia, su Direfareducare puoi trovare approfondimenti preziosi).

Il gioco dei bambini nei primi sei mesi di vita

Quando si parla del gioco dei bambini nei primi 6 mesi di vita, è necessario ricordare che l’aspetto ludico si esprime soprattutto attraverso il contatto con il corpo dei genitori, in particolare con quello della mamma.

Il contatto con il corpo del genitore – che comprende diverse situazioni, dallo stare in braccio fino ai momenti sul lettone – ricopre un ruolo cruciale per lo sviluppo delle abilità di movimento e delle capacità espressive.

Esistono dei consigli per rendere questo periodo della vita del piccolo favorevole a un gioco sereno negli anni successivi? Una dritta data da molti esperti sottolinea l’importanza di tenere in braccio il piccolo. Molto importante è anche abituarlo a vedere spesso il volto della mamma.

Da non dimenticare è anche il fatto di parlargli, così come di abituarlo a posizioni diverse nelle situazioni in cui non si trova a letto.

Come gioca il bambino dai 6 mesi al primo anno di vita

Quando si parla del gioco del bambino tra i 6 e i 12 mesi, ricordiamo che si inquadra un periodo che vede il piccolo acquisire la completa anatomia motoria.

A dimostrazione di ciò è possibile citare il fatto che, archiviata la fase dei sit-ups, il piccolo riesce a stare seduto da solo senza problemi. In questa fase della vita, il bambino riesce anche a giocare in modo autonomo.

Ovviamente i vari giochi vengono utilizzati senza una finalità precisa. L’intenzione del piccolo è quella di esplorare con tutti i sensi, dal tatto fino al gusto.

Alla luce di quanto appena ricordato, è importante adattare la casa al gioco del bambino, rendendola il più possibile sicura. Anche in questo periodo vale l’importanza di abituarlo a posizioni diverse (se non riesce ad assumerle da solo, è fondamentale aiutarlo.

Un altro consiglio da esperti da non dimenticare prevede il fatto di presentare al bambino solo pochi giocattoli per volta. In questo modo, il piccolo ha la possibilità di mettere in atto le sue esplorazioni in maniera tranquilla, senza rischiare di essere distratto da troppi stimoli.

Come gioca il bambino dal primo al secondo anno di vita

Parliamo ora di come gioca il bambino nel passaggio cruciale tra il primo e il secondo anno di vita. La prima cosa da dire al proposito riguarda l’abitudine a esplorare il mondo ludico che ha attorno con la bocca.

Un aspetto molto importante da sottolineare è il fatto che, in questa fase della vita, il bambino comincia a capire che funzione hanno i singoli giochi con cui ha a che fare.

A partire dai 12 mesi, il piccolo entra nella fase in cui il piano ludico si fonde con quello dell’imitazione. Il piccolo, infatti, tende a replicare quello che vede fare dagli adulti che ha attorno a sé.

A questa età, non è ancora giunto il momento per il bambino di giocare assieme ai suoi coetanei.

Il gioco del bambino a 3 anni

A partire dai 3 anni, il bambino comincia a giocare con altri coetanei. Inoltre, inizia a sviluppare la fantasia associando il momento ludico all’invenzione di storie.

In questa fase, è cruciale che gli adulti di riferimento – genitori ed educatori – forniscano materiale per esercitare la creatività, dando spazio anche a occasioni di gioco all’aria aperta.